– Disabilità: Strutture residenziali, associazioni. Torna spettro manicomi

DISABILITÀ. STRUTTURE RESIDENZIALI, ASSOCIAZIONI: TORNA SPETTRO MANICOMI

GARANTE DETENUTI A REGIONI: PERICOLO DISCRIMINAZIONE. IN LAZIO LINEE GUIDA

(DIRE) Roma, 22 lug. – “Con il Covid-19 torna lo spettro dei
manicomi”. Non e’ uno slogan, ma la denuncia di diversi
rappresentanti di associazioni e organizzazioni per la difesa dei
diritti delle persone con disabilita’ e delle famiglie, a cui
continuano ad aggiungersi firme ora dopo ora.
“Al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio,
ai presidenti di Regione e a tutti i sindaci d’Italia- scrivono
congiuntamente- si richiede con la massima urgenza di porre fine
alla segregazione delle persone con disabilita’ che vivono
all’interno di strutture residenziali sociosanitarie e
sanitarie-riabilitative”. Nessuno, difatti, “deve essere privato
del diritto alla liberta’ di uscire, sempre nel rispetto dei
protocolli di sicurezza”. Nessuno deve essere privato,
ribadiscono, del “vivere i propri affetti familiari. Le strutture
residenziali per le persone con disabilita’ (come Rsd, comunita’
sociosanitarie e comunita’ alloggio) non devono e non possono
essere equiparate alle Rsa o alle strutture sanitarie”.
Le persone con disabilita’, aggiungono, “vivono una diversa
condizione di vita ma non sono malati e lo ricorda anche la
Convenzione Onu in materia”. E quasi fosse una risposta,
perlomeno sul territorio laziale, viene firmata ieri la delibera
dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti, che definisce le
‘Linee di indirizzo per le modalita’ di accesso e visita dei
familiari nelle strutture residenziali, sanitarie, sociosanitarie
e socioassistenziali’, con informazioni, organizzazioni e
modalita’ di svolgimento delle visite per familiari e congiunti.
La speranza, commenta Umberto Gialloreti, delegato Uic-Unione
Italiana Ciechi, sentito dalla Dire, e’ che “i centri non
vanifichino l’apertura della delibera regionale intendendola in
modo esclusivamente restrittivo. Questo-ribadisce- vanificherebbe
l’apertura reale dei centri e la fuoriuscita dei ragazzi, sia per
le visite dei familiari che per un weekend da passare magari in
famiglia”.

Lo stesso Garante nazionale dei diritti

delle persone detenute o private della liberta’ personale si era
infatti rivolto in una lettera ai presidente delle Regioni sulle
Rsa scrivendo: “Sono state molte le segnalazioni giunte al
Garante in questo periodo e ancora oggi risulta che in molte
strutture persone con disabilita’ non hanno la possibilita’ di
incontrare le persone care o di riferimento. Non basta vedere a
distanza- scrive il Garante- perche’ in molti casi, soprattutto
per persone con disabilita’, l’assenza di relazioni anche
gestuali dirette determina una regressione cognitiva con forte
rischio di istituzionalizzazione”. A detta dell’Autorita’,
dunque, tale situazione “si trasformerebbe in una ordinarieta’
caratterizzata dall’isolamento dal mondo esterno e dalla
rarefazione degli incontri con le persone care”, il che “puo’
cosi’ configurarsi come forma di discriminazione in ordine
all’eta’ della persona o al grado di disabilita’”.
La condizione di vita determinata da una disabilita’,
concludono associazioni e organizzazioni, “necessita di progetti
riabilitativi, non di isolamento dal resto del mondo. Con le
dovute attenzioni e l’utilizzo di dispositivi di protezione,
anche le persone disabili hanno il diritto di tornare a vivere,
amare ed essere amati dai loro familiari”.
A firmare l’appello: Loredana Fiorini, presidente
dell’associazione di promozione sociale ‘Hermes’, Elena Patrizia
Improta, presidente ‘Oltre lo Sguardo Onlus’, Cesarina Olivan,
presidente di ‘Nuove Frontiere’, Umberto Emberti Gialloreti,
Delegato Uic-Unione Italiana Ciechi, Donatella Palumbo
dell’Anffas Lazio ed Enrico Troiani, presidente Fand Roma e
provincia. E ancora: Guido Trinchieri, presidente Ufha, Maria
Cidoni presidente A.ge.cem., Renato Lucarelli dell’associazione
Arvad, Dolores Lande, presidente A.g.p.h. e Francesca Trionfi,
presidente Associazione Oikos Onlus – Una casa per vivere.
Infine, seguono le firme del presidente della Consulta cittadina
di Roma e dei presidenti e membri delle consulte del I, II, III,
IX, X, XII, XIII, XV municipio di Roma.

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