COMUNICATO
CORONAVIRUS, RESTRIZIONI E DISABILITA’ – da invisibili a visibili
Da poche ore è stato diffuso l’ultimo modulo di autocertificazione (o autodichiarazione) per gli spostamenti durante le restrizioni per il coronavirus .
Rispetto agli altri contiene qualche elemento in più riguardo le persone disabili e i loro accompagnatori. L’uscita è contemplata sia alla voce SALUTE che a quella NECESSITA’ “…urgente assistenza a congiunti o a persone con disabilità, o esecuzione di interventi assistenziali in favore di persone in grave stato di necessità….”
Ovviamente in quelle Regioni o in quei territori che abbiano emanato provvedimenti più precisi in merito e dove si richiede una ulteriore certificazione, continua a valere l’obbligo di portarla dietro insieme all’autocertificazione.
Le Associazioni Oltre lo Sguardo Onlus, Nuove Frontiere, Hermes Onlus, la Community Sorelle di cuore, vogliono ringraziare personalmente il Ministero degli Interni, il Prefetto Gabrielli ed in particolare Rosa Maria Villecco Calipari già Parlamentare e il Dott. Mario Viola Dirigente Superiore della Polizia di Stato – Ufficio Relazioni Esterne e Cerimoniale della Polizia di Stato per averci rassicurato e sostenuto nell’interpretazione di quest’ultimo modulo che rappresenta un primo passo avanti, una voce unica nei confronti delle persone con disabilità che a causa della loro patologia (cognitiva, intellettiva, relazionale) necessitano di uscire a piedi o con i propri mezzi familiari per contenere eventuali crisi e comportamenti problema scatenati da questa prolungata quarantena. Ovviamente ciò premesso nel rispetto di quanto disposto dal DPCM del 4.3.2020 raccomandando sempre l’uso dei dispositivi di sicurezza individuale.
Siamo altresì consapevoli che le restrizioni previste sono a tutela della salute di tutti i cittadini ed a maggior ragione dei bambini, giovani, adulti con disabilità neurologiche e psichiatriche soprattutto alla luce dell’assenza totale nei nostri ospedali di percorsi o protocolli COVID per persone con disabilità mentale a cui venga garantito l’assistenza di almento 1 familiare dal momento dell’accesso al PS, tampone, attesa, degenza in area critica, per finire nel momento in cui si renda necessaria la ventilazione meccanica … e già perché nessuno ne parla ma se fosse necessaria la terapia subintensiva con ventilazione, sarebbe un evento veramente impossibile da gestire per una persona con ritardo mentale, autismo e patologie correlate in quanto ricordiamo che i genitori non potrebbero assistere i figli che rimarrebbero soli con medici ed infermieri bardati come fossero degli extraterrestri
Sarebbe importante che, a partire da questa triste esperienza che stiamo vivendo, il Ministero della Salute iniziasse finalmente a pensare a percorsi di triage riservati alle persone con disabilità.
Pertanto invitiamo tutte le famiglie ad uscire con i parenti con disabilità solo se è veramente la situazione dovesse diventare ingestibile dentro casa e pertanto mettere a rischio l’incolumità di familiari, operatori e della stessa persona disabile .